Walking in the Wind, Biblioteca

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    Secondo Anno

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    Cecilia Harris | Cercatrice Grifondoro, 16y | Scheda
    « TANTO NON È MICA MORTO NESSUNO, NO? »



    Era ormai passato più di un mese dalla morte di Mathilda Harper e la vita a Hogwarts stava recuperando lentamente i propri ritmi, seppur i professori non avessero ancora pensato di rimuovere il coprifuoco. Detto questo, la mia conoscenza della Serpeverde era pari a zero ed ero più preoccupata per Mercedes o per il Tassorosso di Alex, speravo proprio che quella situazione si risolvesse velocemente: ero stata tentata di rivelare i miei dubbi al professor Berg durante una delle nostre lezioni private di Trasfigurazione, ma ero frenata dal fatto che non ci fossero prove certe di quello che era successo alla Serpeverde. Soffriva per caso di sonnambulismo anche lei? Era per quello che era precipitato dalla Torre Oscura? E un po' mi sentivo in colpa, lo scorso Novembre quando avevo visto Young e la McMillan andare in Infermeria, con il ragazzo mezzo nudo non mi ero fatta alcun problema a raccontarlo a ogni mio conoscente: oddio, però era stata una scena troppo divertente per non divulgarla. Oh, beh, ormai era inutile piangere sulla pozione versata: non possedevo mica una Giratempo, e anche se fosse non avrei saputo come modificare il passato. Meglio concentrarsi sulla relazione che Berg voleva che gli presentassi sugli Animagi registrati al Ministero e sui loro segni di riconoscimento. Dopo aver recuperato dalla Bibliotecaria i libri necessari, andai a sedermi al mio solito tavolo - stranamente posizionato nella sezione di Erbologia, sotto un'enorme vetrata che lasciava entrare la luce del sole, riflessa anche dalla neve presente e dal Lago Nero. Un paesaggio incantevole che rischiava di distrarmi, ma di cui non riuscivo a fare a meno. Tirai fuori il rotolo di pergamena e il materiale per scrivere, per poi intingere la punta del pennino nell'inchiostro nero. Un Animagus (pl. Animagi) è un mago o una strega che può trasformarsi in un animale. Mi sottoponevo più che volentieri a quei compiti extra, che Berg non esitava ad assegnarmi: volevo dimostrargli quanto la mia volontà di imparare quella capacità non fosse frutto di una fantasia volubile e questo significava anche non lamentarsi mai. Stavo per scrivere la frase successiva quando una voce familiare mi fece alzare la testa dalla pergamena, mentre l'inchiostro iniziava a gocciolare inesorabile. Shit. Appoggiai il pennino all'interno dell'inchiostro, per poi ripulire il mio compito con un gesto veloce della bacchetta: solo a quel punto mi concessi il lusso di osservare la proprietaria di quella voce. - Mels? - Amelia Evans, in tutto il suo splendore da malata sull'orlo della tomba, avvolta in una coperta rosa e peluche abbinato stretto al petto, sembrava sul punto di divorare un povero primino che aveva appena intralciato il suo cammino. - Che ci fai in Biblioteca? - domandai, una punta di confusione e divertimento nella mia voce. Onestamente con quella cera sarebbe stato più logico trovarla in Infermeria o nel proprio Dormitorio: chissà se Sophie sapeva in che stato si trovava quella povera ragazza. E dire che tra una settimana c'era Tassorosso contro Corvonero, forse dovevo puntare i miei Galeoni sui corvi.

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    Ormai erano mesi che conoscevo Amelia Evans e ormai ero assolutamente convinta, quella ragazza non sarebbe cambiata mai: era quasi sempre arrabbiata, quasi sempre competitiva, quasi sempre in lotta con il mondo. Onestamente, quella ragazzina era una forza della natura. In quel momento sembrava completamente presa a giudicare coppiette che avevano deciso di scambiarsi effusioni nella Biblioteca, come se non potessero pensare a un qualche luogo migliore - non pensare a San Valentino, non pensare a Lorcan, non pensare a San Valentino, non pensare a Lorcan. Non persi tempo a correggere Mels, quando si sedette davanti a me con aria stanca: effettivamente ero in Biblioteca per svolgere una relazione sugli Animagi registrati, ma la Tassorosso non poteva sapere che si trattava di un compito che mi era stato assegnato durante le lezioni private con Berg. Non vedevo l'ora di fare pratica e non solo di continuare a studiare sui libri, ma avevo promesso al professore che avrei rispetto la sua tabella di marcia e non intendevo venire meno alla parola data: la posta in gioco era decisamente troppo alta. Chissà in quale animale mi sarei trasformata io quando avrei padroneggiato quell'abilità? - Una relazione di Trasfigurazione sugli Animagi. - Da quello che mi ricordavo, Mels era figlia di due maghi e non volevo compiere l'errore di dare per scontato che, come me alla sua età, non avesse idea di cosa stessi parlando. - Mi stavo appunto domandando quale animale potrei essere io se fossi un Animagus: tu cosa dici? - Ormai erano mesi che pensavo a quella domanda e, se avessi potuto scegliere, ormai sapevo bene cosa avrei voluto diventare - un fennec. Non sapevo il motivo, ma mi rivedevo perfettamente nella volpe del deserto: nonostante le sue piccole dimensioni, era un animale energico e socievole, sempre pieno di energie. Era assolutamente perfetto. - Non sapevo neppure avessi una sorella. - ammisi con un pizzico di invidia. Una sorella ad Hogwarts? Che palle essere figlie uniche, nessuno che potesse comprendere quale cambiamento fosse stato per me: Sophie aveva tantissimi fratelli, ma Alexis era figlia unica esattamente come me sebbene fosse cresciuta con la nonna. Era una situazione diversa anche la sua. - Ma non ho visto nessuno che rispondesse alla tua precisa descrizione. - Onestamente, nana e tanti capelli. Avrebbe potuto essere chiunque. - In che Casata è stata smistata? Quanti anni ha? - Non mi sarei mai perdonata se fosse stata una Grifondoro di un anno vicino al mio, sarebbe stato un pessimo segnale della mia capacità di osservazione: considerando quello che mi proponevo di diventare dopo Hogwarts, sarebbe stato in generale un pessimo, pessimo segnale. Alla sua esclamazione, guardai nella sua stessa direzione gustandomi il pessimo spettacolo di Mary Lou Stuart e Thomas Addams, due Grifondoro del sesto anno, che avevano deciso rovinarmi il pomeriggio con le loro effusioni. - Mai troppo presto. - risposi cupa, per poi riabbassare lo sguardo sulla mia pergamena. Non pensare a San Valentino, non pensare a Lorcan, non pensare a San Valentino, non pensare a Lorcan.

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    Onestamente il disgusto sul viso di Mel era una delle cose più divertenti dell'ultimo periodo. Pareva proprio che ritenesse le smancerie altrui un insulto alla sua persona e il doverle necessariamente sopportare un'offesa senza precedenti: io l'adoravo. Chissà come era finita a Tassorosso quella ragazzina così spinosa? L'avrei vista benissimo con i colori da Grifondoro, esattamente come i miei - seppur io e lei fossimo due persone così diverse. Scrissi velocemente altre due righe sulla mia relazione - ormai ero davvero un'esperta sull'argomento - prima di poggiare il pennino a lato del foglio di pergamena, per evitare di riempirlo di inchiostro gesticolando come era mia abitudine fare. Un quokka? Davvero era quello l'animale che mi rappresentava meglio? Non ne ero del tutto certa, ma evitai di far trapelare il mio disappunto per non offendere Amelia. - Un riccio? - domandai invece, focalizzando la mia attenzione sulla sua prima scelta. - Pensi davvero che sia tanto spinosa? - Ecco, per come la vedevo io forse il riccio sarebbe stato l'animale più adatto a Mel, così pronta a nascondere sè stessa e le sue emozioni dietro una maschera di risposte pungenti e sarcastiche. Come ad esempio, quando le si chiedeva di sua sorella. - Ma così come posso aiutarti= - esclamai, cercando di trattenere le risate per non disturbare le altre persone presenti in Biblioteca. E che erano venute per studiare, non per pomiciare dietro gli scaffali. - Mi hai appena descritto ogni ragazzina del primo anno appartenente alla tua Casata, sono interscambiabili. - A momenti non conoscevo i primini di Grifondoro, figuriamoci quelli delle altre Casate - motivo per cui veramente non riuscivo a comprendere tutta la tristezza legata alla morte di Matilda Harper se dovevo essere onesta. Era stato un incidente, era triste, era tragico ma chi l'aveva mai vista quella ragazzina? Meglio concentrarmi su altro, come la conversazione con Mels. - Assolutamente, concordo con te. - mentì spudoratamente, regalandole un sorriso falso per poi riabbassare gli occhi sulla mia relazione. - L'orgoglio è importante. - Certo, come se non fossi morta dentro quando avevo visto Lorcan sulle scale un paio di ore prima: il Serpeverde mi era passato accanto senza degnarmi di un solo sguardo, come se fossi invisibile. Ma che dovevo fare per farmi notare da lui?

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